
Organizzazione Italiana Karate-do Kyudokan Higa Te di Okinawa
KARATE TRADIZIONALE
Le origini del Karate-do si perdono molte volte nel tempo e non esiste una risposta precisa su dove e quando ebbe origine questa disciplina né su chi ne sia stato il primo artefice. Quello che è certo, invece, è che tutte le forme primitive di autodifesa ebbero le loro origini nell’istinto di sopravvivenza dell’essere umano. Il bisogno impellente di affrontare situazioni di pericolo costrinse indubbiamente l’uomo a cercare di trovare dorme efficienti per difendersi e proteggersi.
Più vicino a noi nei tempi c’è stato un evento che ha influito molto non soltanto sul Karate-do, ma su tutte le Arti Marziali in generale. Si tratta della comparsa di Bodhidharma, in giapponese Daruma Daishi, un monaco buddista nato nel sud dell’India da una famiglia di nobili. Insediatosi nel tempio Shaolin, luogo che poi divenne simbolo di tutte le arti marziali, predicò lì il buddismo convinto che proprio in certe parti della Cina si stesse alterando lo spirito e la dottrina da lui professata

Fu precursore e primo patriarca del Buddismo Zen. L’influenza di questo monaco nelle Arti Marziali è legata all’ideazione di un sistema di autodifesa, disciplinato da un allenamento rigoroso del corpo, della mente e dello spirito dei propri allievi. Pur non essendo, il sistema ideato da Bodhidharma, paragonabile ai più moderni ed evoluti schemi di autodifesa a cui si ispirano molte delle discipline attuali, appare fondamentale che esso costituì il primo approccio alle tecniche di attacco e difesa non disgiunte dalla pratica Zen: obiettivo di questa metodica era il perseguimento di un equilibrio tra mente, corpo e spirito, che è poi il fine ultimo di tutte le arti marziali.
Con riferimento al Karate-do, possiamo dire che questa disciplina come la conosciamo oggi, ha avuto origine nell’isola giapponese di Okinawa (letteralmente “Una fune nel mare”) nell’arcipelago delle Ryu Kyu che, anch’esse come una corda nel mare, iniziando a nord di Taiwan, curvano verso la parte meridionale del Giappone. Più vicina alla Cina che al Giappone Okinawa è la maggiore delle isole che compongono l’arcipelago e la sua posizione strategica ne fece un punto di riferimento dei naviganti cinesi e del sud-est asiatico per gli interscambi commerciali, artistici, culturali etc… e ciò spiega la commistione di diversi metodi di autodifesa e di sistemi di combattimento con o senza armi.
Quello che oggi chiamiamo Karate-do è la versione attuale di ciò che era anticamente l’Okinawa Te (“la mano di Oikinawa) che, anche se con inevitabili contaminazioni con i sistemi di combattimento del sud-est asiatico e soprattutto con il Chuan Fa cinese, rimane fondamentalmente di origine okinawense.
Uno degli eventi peculiari della storia del Karate a Okinawa è da far risalire all’anno 1477 quando un re – Shoshin – della dinastia Sho emanò, per paura di una rivolta popolare, un editto con cui veniva poibito l’uso di ogni tipo di arma agli abitanti dell’isola. Fu qui che iniziò, per gli okinawensi, l’idea di preparare e fortificare il proprio fisico per trasformarlo in un’arma.
Ma fu nel 1609 che l’Okinawa Te ebbe la sua più grande crescita durante uno degli avvenimenti storici più importanti: l’invasione dell’isola da parte delle milizie della famiglia Shimazu, capo del clan Satsuma del Giappone. La popolazione sottomessa doveva lottare disegualmente con individui armati, in difesa di se stessa, delle famiglie e delle dignità e orgoglio okinawense. La pratica dell’Okinawa Te era diffusa e perfezionata in forma clandestina e soltanto tra le famiglie della classe aristocratica e della classe dei samurai.
Nell’anno 1872 quando Okinawa venne annessa come regione al resto del Giappone, vennero finalmente revocate tutte le misure adottate per tanto tempo. Agli inizi del ventesimo secolo il Karate-do, per merito del Maestro Anko Itosu, uno dei più grandi riferimenti nella storia del Karate-do, venne introdotto nelle scuole di Okinawa.
Nell’anno 1922 il Karate-do venne esportato dal territorio di Okinawa ad opera del Maestro Gichin Funakoshi che lo fece conoscere a Tokyo, introducendo per la prima volta questa disciplina nel resto del Giappone.
In un’epoca in cui non esistevano ancora le diverse scuole e/o i moderni stili di Karate-do, vi erano gli stili Shorin Ryu e Shorei Ryu. Lo Shorin Ryu era originario della città di Shuri (Shuri Te “La mano di Shuri) e lo Shorei Ryu era originario della città di Naha (Naha Te “La mano di Naha”). Esisteva una terza scuola, Tomari Te: “La mano di Tomari” avente le caratteristiche dello stile Shorin Ryu. Lo stile Shorin metteva più enfasi nella rapidità, mobilità e forza esplosiva. Invece lo stile Shorei era più specializzato nell’esprimere tensione dinamica, respirazione e rafforzamento fisico. Al di là delle differenze tecniche, le due scuole erano e continuano ad essere ugualmente valide e per molti aspetti comparabili.