
Organizzazione Italiana Karate-do Kyudokan Higa Te di Okinawa
I PRINCIPI KYUDOKAN HIGA TE
MI O MAMORU: è il principio di difendere, proteggere, coprire o chiudere il corpo basato sull’istinto di conservazione dell’essere umano
KI (energia): è il principio dello sviluppo dell’energia che nasce nell’Hara (tanden), mediante la pratica costante e sistematica
YIN YANG: è l’armonia degli opposti
KOKYU: è la pratica per ottenere il dominio della respirazione
MARUMI: si tratta della circolarità dei gesti
MUCHIMI: la consistenza e l’elasticità tecnica
CHAKUGAN: lo sguardo in rapporto alla concentrazione, l’orientamento e il “fuoco” della tecnica
MI O MAMORU
L’istinto naturale dell’essere umano davanti ad un attacco è quello di chiudere il corpo per proteggere le parti vitali. Questo comportamento istintivo è tenuto molto in considerazione dalla Scuola Kyudokan Higa Te particolarmente nelle tecniche di tipo difensivo.
È necessario sviluppare quest’attitudine in maniera continua, in concomitanza con l’esecuzione delle tecniche e mentre si effettuano gli spostamenti che rappresentano ipotetici momenti in cui siamo più vulnerabili. Mediante l’uso dei gomiti in aderenza al corpo, si tenderà sempre a chiudere e non lasciare scoperte le nostre zone vulnerabili; movimenti non eccessivi di braccia e avambracci (che devono essere sempre vicino al corpo) accompagneranno la tecnica soprattutto dal lato in cui viene effettuata l’azione. Sarà quindi il corpo che, attraverso l’Hara, comanderà l’azione.
L’applicazione di Mi o Mamoru non sarebbe completa se non si considerasse la necessità di portare l’aria in basso nella zona addominale e inoltre con un’attitudine psichica adeguata. In ultima istanza, tutti questi accorgimenti concorrono alla protezione non solo del corpo ma di tutto l’essere.
HARA KI
Nelle Arti Marziali Orientali e, nel caso specifico del Karate-do, si deve sfruttare al massimo l’energia chiamata Ki che sorge nell’Hara, un punto situato pochi centimetri sotto l’ombelico.
Sebbene la capacità di sviluppare la forza sia in rapporto diretto con l’incremento della velocità e con la massa, è fondamentale la capacità di sprigionare, in maniera immediata, l’energia interna (Ki) per ottenere un’esplosività completa dell’azione.
Ma l’Hara è molto più di un luogo dove sorge il Ki e va al di là della semplice applicazione di un principio tecnico. L’Hara è Energia da tutti i punti di vista: è Vitalità, è Pienezza totale. L’Hara è parte della nostra vita. L’Hara è vita.
YIN YANG
Questo principio taoista simboleggia l’equilibrio armonico degli opposti. Le due fasi della dualità, unica ed inscindibile, possono essere osservate in tutte le tecniche della Scuola Kyudokan Higa Te.
Così come, affinché esista il concetto del giorno deve esistere quello della notte e affinché ci sia il bene dobbiamo accettare la presenza del male (e così anche per altri concetti dualistici) anche la Scuola Kyudokan Higa Te applica costantemente nella pratica questo fondamentale principio filosofico. Nella pratica il principio suddetto si concretizza nel manifestare morbidezza ed esplosività, lentezza e velocità, azione e non azione etc…
KOKYU
Dominare la respirazione è un aspetto molto importante nella pratica del Karate-do. Sia l’inspirazione che l’espirazione devono essere eseguite con la zona diaframmatica-addominale. Nell’inspirare si deve sentire gonfiare la zona addominale mentre all’atto dell’espirazione bisogna sgonfiare. In forma corretta è come se effettuassimo la respirazione non più in senso verticale (dall’altro verso il basso) bensì in forma orizzontale (avanti-indietro). Antichi maestri okinawensi erano soliti dire ai propri allievi: “Respirate come se non aveste i polmoni”. Anche se, ovviamente questo è impossibile, il concetto serve per comprendere l’importanza della respirazione bassa.
Utilizzare una respirazione bassa consente, oltre ad una corretta immissione dell’aria, una contrazione addominale-diaframmatica, che sarà tanto più rapida quanto più il gesto respiratorio sarà concentrato verso il basso (e quindi vicino all’Hara). Ricordiamo che l’aria costituisce il principale alimento dell’Hara.
MARUMI
Questo principio esprime l’idea di circolarità. Sempre affermo che la base del movimento del Karate-do deve essere sempre circolare. Le tecniche della nostra Scuola sfruttano i vantaggi del movimento circolare, maggiormente evidente nella preparazione delle tecniche di difesa.
Il gesto circolare (Marumi), oltre che ad agevolare la continuità del gesto tecnico e l’applicazione dell’accelerazione e velocità in qualsiasi fase della dinamica, favorisce il movimento, sviluppando così la massima potenza.
Inoltre il gesto circolare dà un’eleganza particolare ai movimenti, conferendo una maggiore estetica e bellezza alla tecnica.
MUCHIMI
Deriva del termine che, ad Okinawa, si riferisce ad un particolare cibo (Muchi). Questo ha una consistenza gommosa, elastica e nel contempo resistente. Riferito alla tecnica indica la necessità che questa sia solida e flessibile e non rigida, poiché ciò che è rigido si spezza mentre ciò che è malleabile non si rompe.
Mio padre, il Sensei Jintatsu Higa, diceva sempre che la ripetizione costante è l’unica forma per arrivare a possedere il Muchimi.
CHAKUGAN
Significa sguardo, ma con un significato più ampio del termine comprendendo anche la concentrazione e la messa a fuoco. Chakugan più che guardare è scrutare, intuire, anticipare, come se tutto il nostro corpo guardasse dal più profondo del nostro essere. È come se tutta la nostra coscienza penetrasse nell’avversario e si impadronisse del suo essere.
Altri aspetti importanti nella pratica del Karate-do….
KIME
È una parola che a volte crea equivoci o errori di interpretazione: è la parola Kime. Sebbene in caratteri romani il Ki di Kime è uguale a Ki dell’Energia che sorge nell’Hara, nell’ideogramma giapponese (Kanji), tali parole si scrivono in maniera diversa e pertanto hanno un significato differente.
Sappiamo, dal un lato, che Ki è Energia, ma il Ki di Kime proviene dal verbo Kimeru che, tra le altre accezioni, significa “mettersi d’accordo”. Pertanto si potrebbe tradurre concettualmente che corpo, mente e spirito, si mettono d’accordo affinché tutta l’energia vitale della persona, generata dal Ki (Energia), abbia la sua completa e massima esplosività in un momento stabilito, in un istante e nella sua massima espressione. Questo istante coinciderà con la conclusione della tecnica.
Per rendere in forma figurata questo esempio: se gonfio un palloncino di gomma e ad un certo punto lascio uscire l’aria, il palloncino di sgonfierà gradualmente mano a mano che l’aria esce. Invece, se il palloncino viene punto, esso esploderà. Si potrebbe dire che nel primo caso non vi è stato Kime. Nel secondo caso, tutta l’”Energia” del palloncino si è manifestata in un solo istante e nella sua massima espressione. Si potrebbe dire il “KIME DEL PALLONCINO”.
Sviluppare il Ki è fondamentale nella pratica del Karate-do.
KIAI
Il termine Kiai è composto da due Kanji (ideogrammi) giapponesi che significano: Ki, Energia e Ai, Unione. Letteralmente si traduce come “L’Unione dell’Energia”. Con un significato concettuale, tale termine può essere tradotto come se l’unione di mente, corpo e spirito, cioè tutto il nostro essere, emettesse istantaneamente, mediante un potente urlo, non di gola ma di origine addominale-diaframmatica, l’aria accumulato nella zona bassa rafforzando ulteriormente l’esplosività prodotto dal Ki.
Questo urlo, paragonabile a quello emesso dagli animali quando attaccano, non soltanto rafforza l’azione in sé, ma provoca uno stato in cui la rottura del dualismo soggetto-oggetto viene esaltata: “io non grido, io rappresento il grido” e ciò provoca anche un naturale, autentico e spontaneo sentimento di coraggio al momento dell’azione, sotto l’influenza del Muga (Non Io). In conclusione è l’energia nella sua massima espressione.